PYRROS
Ingredienti e tenore giornaliero
Acqua, (Sambucus nigra L.) giovane getto, macerato glicerico 30mg, sommacco (Rhus glabra L.) frutti 90mg estratto idroalcolico, Salvia (Salvia officinalis L.) foglie 90mg estratto idroalcolico, Miele, Alcool 30%.
Contenuto
in flacone di vetro con contagocce.
Modalità d’uso
BAMBINI: 15 gocce in un dito di acqua fino a 3 volte al giorno.
ADULTI: 30 gocce in un dito di acqua fino a 3 volte al giorno.
Effetto fisiologico
SAMBUCO: fluidità dele secrezioni bronchiali. Funzionalità delle prime vie respiratorie. Regolarità del processo di sudorazione. Drenaggio dei liquidi corporei. Naturali difese dell’organismo.
RHUS: drenaggio dei liquidi corporei.
SALVIA: funziona digestiva. Eliminazione dei gas intestinali. Contrasto dei disturbi della menopausa. Regolarità del processo di sudorazione. Benessere di naso e gola. Antiossidante, tonico (stanchezza fisica e mentale).
Caratteristiche
SAMBUCO
Il sambuco (Sambucus nigra) è una piccola pianta della famiglia delle Caprifoliaceae. Si tratta di un albero o arbusto che non supera in genere i cinque metri di altezza, caratterizzato da una corteccia grigiastra sulla quale sono presenti numerose lenticelle sporgenti e di grandi dimensioni.
Le foglie sono opposte, pennatocomposte e costituite da 5-7 foglioline ovali. I fiori piccoli e profumati, di colore bianco e riuniti in cime corimbiformi.
Il frutto è una drupa tondeggiante e nera. Il periodo balsamico per la raccolta della droga è compreso tra i mesi di maggio e giugno.
Per ricavare la droga si utilizzano frutti e infiorescenze essiccate: i fiori essiccano rapidamente esposti all'aria, assumendo una caratteristica colorazione giallastra e un piacevole odore aromatico.
Il Sambucus ebulus è una specie simile ma più piccola, spesso utilizzata per sofisticare i fiori di Sambucus nigra.
Tra i principi attivi del fitocomplesso ritroviamo essenzialmente:
Sambucina;
sambunigrina;
rutina;
isoquercitina;
astragalina;
campferolo;
olio essenziale
acidi grassi liberi;
tannino (nella corteccia);
emulsina;
invertina;
benaldeide (nelle foglie);
colina;
mucillagine;
malato;
acido valerianico;
acido tartarico (nei fiori);
antocianine;
cera;
gomma;
acetato;
acido tartarico;
acido citrico (nei frutti).
SOMMACCO
Rhus glabra è un arbusto deciduo a portamento con fronde aperte e rade che cresce fino a 3 m di altezza, raramente fino a 5 m. La corteccia sul legno più vecchio è liscia e di colore grigio tendente al marrone.
Ha foglie alterne, lunghe 30–50 cm, composte da 11–31 foglioline opposte accoppiate, ciascuna lunga 5–11 cm, con un margine seghettato. Le foglie diventano di colore scarlatto in autunno.
I fiori sono minuscoli, di colore verde, prodotti in fitte pannocchie erette alte 10–25 cm; i boccioli sono piccoli, ricoperti di pelo castano e portati su ramoscelli grassi e glabri.
L’antesi è nel periodo primaverile.
I frutti sono bacche di colore cremisi, sono piuttosto piccole ed hanno una forma a globo appiattito, lunghe circa 4 mm, hanno pochissima polpa e sono ricoperte da peli rossi e appiccicosi; sono raccolti in grandi pannocchie che rimangono per tutto l’inverno.
Alla fine dell’estate a volte forma galle sul lato inferiore delle foglie, causate dal parassita afide delle foglie di sommacco, Melaphis rhois. Le galle non sono dannose per l’albero.
I nativi americani mangiavano i giovani germogli di Rhus glabra come insalata.
Il frutto è acido e contiene un grande seme, ma può essere masticato (per alleviare la sete) e trasformato in una bevanda simile a una limonata.
Nel 2020, gli archeologi hanno portato alla luce una pipa in uno scavo nello stato di Washington centrale, mostrando prove chimiche che una tribù di nativi americani aveva fumato Rhus glabra da solo o in una miscela con tabacco, forse “per le sue qualità medicinali e per migliorare il sapore del fumo”.
Per uso commestibile si consumano i frutti sia crudi che cotti.
Hanno un sapore acido e sono stati utilizzati in sostituzione del succo di limone. Questi se vengono immersi per 10 – 30 minuti in acqua calda o fredda, producono una bevanda molto rinfrescante simile a una limonata (senza frizzantezza ovviamente). La miscela non deve essere bollita poiché questo rilascerà acidi tannici e renderà la bevanda astringente.
Si può consumare la radice sbucciata e consumata cruda ma, a tal proposito, si riporta una certa cautela a causa della possibile tossicità.
Si possono mangiare anche i giovani germogli sbucciati e mangiati crudi ed anche in questo caso va usata una certa cautela a causa della possibile tossicità.
Anche la corteccia è stata mangiata ed è molto gradita dai bambini; tuttavia si consiglia cautela come sopra.
Nell’impiego medicinale il Rhus glabra è stato impiegato da varie tribù native indiane del Nord America che lo usavano per trattare una varietà di disturbi.
Anche occasionalmente è usato nell’erboristeria moderna dove è usato per le sue qualità astringenti e antisettiche. Una certa cautela dovrebbe essere impiegata nell’uso di questa specie poiché può causare irritazioni cutanee. È meglio usarlo solo sotto la supervisione di un medico o professionista qualificato.
Dalla corteccia della pianta o della radice si ricava un tè che è alterativo, antisettico, astringente, galattogogo, emostatico, rubefacente e tonico.
Questo viene usato nel trattamento di diarrea, febbri, debolezza generale, mal di bocca, sanguinamento rettale, prolasso uterino, ecc..
Viene utilizzato anche per gargarismi per trattare il mal di gola ed è applicato esternamente per trattare le perdite vaginali eccessive, le ustioni e le eruzioni cutanee.
La corteccia in polvere può essere applicata come cataplasma su vecchie ulcere, è un buon antisettico.
Il tè ricavato dalle radici è, inoltre, antipasto, astringente, diuretico ed emetico.
Si utilizza anche un infuso che viene impiegato nel trattamento di raffreddori, mal di gola, minzione dolorosa, ritenzione di urina e dissenteria.
Un’infusione dei rami verdi o secchi è stata utilizzata nel trattamento della tubercolosi.
Un decotto dei rami, con le teste dei semi, è stato utilizzato per curare il prurito al cuoio capelluto e come acqua da bagno per gli arti congelati.
Il lattice della pianta è stato usato come unguento sulle piaghe.
Un tè ricavato dalle foglie veniva usato un tempo nel trattamento dell’asma, della diarrea e della stomatite.
Un impiastro preparato dalle foglie è stato utilizzato per trattare le eruzioni cutanee.
Le foglie sono state masticate per curare le gengive irritate e sono state strofinate sulle labbra per curare le labbra irritate.
Le bacche sono diuretiche, emetiche, emmenagoghe, purganti e refrigeranti; queste trovano impiego nel trattamento del diabete senile, disturbi intestinali strani, malattie febbrili, dismenorrea, ecc. vengono masticate come rimedio per l’enuresi notturna.
I fiori sono stati masticati per curare il mal di bocca.
Un decotto di fiori è stato usato come collutorio per la dentizione dei bambini.
Un infuso di fiori è stato usato come collirio per gli occhi irritati.
La pianta (parte non specificata) viene utilizzata nei rimedi omeopatici per il trattamento di condizioni quali epistassi e cefalea occipitale, flatulenza fetidi e ulcerazioni della bocca.
Tra li altri usi si ricordano quelli agroforestali.
La pianta ha un ampio apparato radicale ed è abbastanza tollerante al vento, anche se i rami possono essere spezzati con venti molto forti. Viene piantata per la stabilizzazione del suolo su pendii e bordi stradali, ed è anche usata come riparo.
Può stabilirsi rapidamente in luoghi aperti e soleggiati e quindi può essere utilizzata come specie pioniera per la creazione di boschi; inoltre i fiori sono un buon alimento per le api.
Tra gli altri usi si ricorda che le foglie sono ricche di tannino, contenendo circa il 10 – 25% ed in alcune piante questo contenuto arriva fino al 31,2%.
Anche i rametti e la radice sono ricchi di tannino.
Dal frutto si ottiene un colorante nero e uno rosso.
Dalle foglie, dalla corteccia e dalle radici si ottiene un colorante nero.
Dalle radici raccolte in primavera si ottiene un colorante arancione o giallo.
Dalla polpa degli steli si ottiene un colorante giallo chiaro.
La corteccia interna, mista a bloodroot (Sanguinaria canadensis) e la corteccia interna di prugna selvatica (Prunus sp.) è stata utilizzata per produrre un colorante giallo.
Un estratto della corteccia viene utilizzato come ingrediente nei preparati cosmetici commerciali come balsamo per la pelle.
Un estratto della corteccia, delle radici e delle bacche viene utilizzato come ingrediente nei preparati cosmetici commerciali come astringente, antiseborroico e balsamo per la pelle.
Dai semi si estrae un olio che raggiunge una consistenza simile al sego e viene utilizzato per fare candele. Queste bruciano brillantemente, anche se emettono un fumo pungente.
Il legno è morbido, leggero e fragile.
Dal punto di vista ecologico il Rhus glabra è una pianta con una distribuzione molto ampia, una popolazione numerosa, attualmente non sta subendo alcuna minaccia importante e non sono state identificate minacce future significative. La pianta è classificata come “Least Concern” nella Lista rossa IUCN delle specie minacciate.
SALVIA
La salvia è conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà salutari, ciò che spiega il suo nome, proveniente da salvo che significa appunto “salvare”. I Galli, in particolare, ritenevano che la salvia avesse la capacità di guarire tutte le malattie e che agisse efficacemente da “deterrente” contro febbre e tosse. Alcuni addirittura credevano che avesse il potere di resuscitare i morti e per questo veniva anche utilizzata nella preparazione di riti magici.
I Romani la consideravano una pianta sacra, tanto che esisteva un vero e proprio rito per la raccolta, che spettava a pochi eletti. Questi dovevano addirittura indossare un abbigliamento particolare dopo aver compiuto sacrifici.
Nella medicina popolare, già nel Medioevo, veniva usata come cicatrizzante sulle ferite e piaghe difficili da rimarginare.
I Cinesi ritenevano che la salvia fosse in grado di “regalare” la longevità: nel XVII secolo, un cesto di foglie di salvia era scambiata dai mercanti olandesi con tre cesti di tè. Nella medicina tradizionale cinese utilizzano ancora oggi la salvia per curare l’insonnia, la depressione, le afflizioni gastrointestinali, le malattie mentali, i disturbi mestruali.
Nella medicina ayurvedica, con impieghi analoghi, la prescrivono anche per uso esterno per le emorroidi, la gonorrea, contro la vaginite e le affezioni dell’occhio.
Le foglie della salvia contengono principi amari, acidi fenolici, i flavonoidi e un olio essenziale (contenente tujone, cineolo, borneolo, linalolo, beta-terpineolo e beta-cariofillene).
I flavonoidi (luteolina, salvigenina, genkwanina, cirsimaritina ed ispidulina), con svolgono un’azione estrogenica. La salvia viene, infatti impiegata in tutti i disturbi femminili come la sindrome premestruale e contro i disturbi della menopausa (in particolare le vampate di calore). Favorisce il flusso mestruale in caso di amenorrea, perché l’olio essenziale stimola il sistema ormonale femminile e quindi la comparsa delle mestruazioni.
La salvia è utilizzata nelle affezioni dell’apparato gastrointestinale come rilassante della muscolatura liscia, in quanto esplica un’azione antispasmodica, utile in caso di intestino irritabile, spasmi all’apparato digerente o contro i dolori mestruali.
L'acido carnosico e i triterpeni (amirina, betulina, acido crategolico ed acido 3-idrossi-ursolico) conferiscono alla salvia proprietà antinfiammatorie e diuretiche offrendo una buona risposta contro la ritenzione idrica, gli edemi, i reumatismi e mal di testa.
I preparati a base di salvia sono efficaci per combattere tutte le forme di catarro grazie alla presenza dell’olio essenziale dalle proprietà antisettiche e balsamiche. Per questa ragione trova impiego nella cura delle patologie dell’apparato respiratorio in caso di raffreddore, tosse, mal di gola e febbre.
Infine la salvia possiede anche un’azione ipoglicemizzante: un infuso a stomaco vuoto di salvia è utile nella cura del diabete, perché riduce il tasso di glicemia nel sangue.
N.B. Non vengono utilizzati per la preparazione del prodotto: frumento, zucchero, sale, l’amido, soia, derivati del latte, conservanti, coloranti e aromi artificiali.
Ingredienti e tenore giornaliero
Acqua, (Sambucus nigra L.) giovane getto, macerato glicerico 30mg, sommacco (Rhus glabra L.) frutti 90mg estratto idroalcolico, Salvia (Salvia officinalis L.) foglie 90mg estratto idroalcolico, Miele, Alcool 30%.
Contenuto
in flacone di vetro con contagocce.
Modalità d’uso
BAMBINI: 15 gocce in un dito di acqua fino a 3 volte al giorno.
ADULTI: 30 gocce in un dito di acqua fino a 3 volte al giorno.
Effetto fisiologico
SAMBUCO: fluidità dele secrezioni bronchiali. Funzionalità delle prime vie respiratorie. Regolarità del processo di sudorazione. Drenaggio dei liquidi corporei. Naturali difese dell’organismo.
RHUS: drenaggio dei liquidi corporei.
SALVIA: funziona digestiva. Eliminazione dei gas intestinali. Contrasto dei disturbi della menopausa. Regolarità del processo di sudorazione. Benessere di naso e gola. Antiossidante, tonico (stanchezza fisica e mentale).
Caratteristiche
SAMBUCO
Il sambuco (Sambucus nigra) è una piccola pianta della famiglia delle Caprifoliaceae. Si tratta di un albero o arbusto che non supera in genere i cinque metri di altezza, caratterizzato da una corteccia grigiastra sulla quale sono presenti numerose lenticelle sporgenti e di grandi dimensioni.
Le foglie sono opposte, pennatocomposte e costituite da 5-7 foglioline ovali. I fiori piccoli e profumati, di colore bianco e riuniti in cime corimbiformi.
Il frutto è una drupa tondeggiante e nera. Il periodo balsamico per la raccolta della droga è compreso tra i mesi di maggio e giugno.
Per ricavare la droga si utilizzano frutti e infiorescenze essiccate: i fiori essiccano rapidamente esposti all'aria, assumendo una caratteristica colorazione giallastra e un piacevole odore aromatico.
Il Sambucus ebulus è una specie simile ma più piccola, spesso utilizzata per sofisticare i fiori di Sambucus nigra.
Tra i principi attivi del fitocomplesso ritroviamo essenzialmente:
Sambucina;
sambunigrina;
rutina;
isoquercitina;
astragalina;
campferolo;
olio essenziale
acidi grassi liberi;
tannino (nella corteccia);
emulsina;
invertina;
benaldeide (nelle foglie);
colina;
mucillagine;
malato;
acido valerianico;
acido tartarico (nei fiori);
antocianine;
cera;
gomma;
acetato;
acido tartarico;
acido citrico (nei frutti).
SOMMACCO
Rhus glabra è un arbusto deciduo a portamento con fronde aperte e rade che cresce fino a 3 m di altezza, raramente fino a 5 m. La corteccia sul legno più vecchio è liscia e di colore grigio tendente al marrone.
Ha foglie alterne, lunghe 30–50 cm, composte da 11–31 foglioline opposte accoppiate, ciascuna lunga 5–11 cm, con un margine seghettato. Le foglie diventano di colore scarlatto in autunno.
I fiori sono minuscoli, di colore verde, prodotti in fitte pannocchie erette alte 10–25 cm; i boccioli sono piccoli, ricoperti di pelo castano e portati su ramoscelli grassi e glabri.
L’antesi è nel periodo primaverile.
I frutti sono bacche di colore cremisi, sono piuttosto piccole ed hanno una forma a globo appiattito, lunghe circa 4 mm, hanno pochissima polpa e sono ricoperte da peli rossi e appiccicosi; sono raccolti in grandi pannocchie che rimangono per tutto l’inverno.
Alla fine dell’estate a volte forma galle sul lato inferiore delle foglie, causate dal parassita afide delle foglie di sommacco, Melaphis rhois. Le galle non sono dannose per l’albero.
I nativi americani mangiavano i giovani germogli di Rhus glabra come insalata.
Il frutto è acido e contiene un grande seme, ma può essere masticato (per alleviare la sete) e trasformato in una bevanda simile a una limonata.
Nel 2020, gli archeologi hanno portato alla luce una pipa in uno scavo nello stato di Washington centrale, mostrando prove chimiche che una tribù di nativi americani aveva fumato Rhus glabra da solo o in una miscela con tabacco, forse “per le sue qualità medicinali e per migliorare il sapore del fumo”.
Per uso commestibile si consumano i frutti sia crudi che cotti.
Hanno un sapore acido e sono stati utilizzati in sostituzione del succo di limone. Questi se vengono immersi per 10 – 30 minuti in acqua calda o fredda, producono una bevanda molto rinfrescante simile a una limonata (senza frizzantezza ovviamente). La miscela non deve essere bollita poiché questo rilascerà acidi tannici e renderà la bevanda astringente.
Si può consumare la radice sbucciata e consumata cruda ma, a tal proposito, si riporta una certa cautela a causa della possibile tossicità.
Si possono mangiare anche i giovani germogli sbucciati e mangiati crudi ed anche in questo caso va usata una certa cautela a causa della possibile tossicità.
Anche la corteccia è stata mangiata ed è molto gradita dai bambini; tuttavia si consiglia cautela come sopra.
Nell’impiego medicinale il Rhus glabra è stato impiegato da varie tribù native indiane del Nord America che lo usavano per trattare una varietà di disturbi.
Anche occasionalmente è usato nell’erboristeria moderna dove è usato per le sue qualità astringenti e antisettiche. Una certa cautela dovrebbe essere impiegata nell’uso di questa specie poiché può causare irritazioni cutanee. È meglio usarlo solo sotto la supervisione di un medico o professionista qualificato.
Dalla corteccia della pianta o della radice si ricava un tè che è alterativo, antisettico, astringente, galattogogo, emostatico, rubefacente e tonico.
Questo viene usato nel trattamento di diarrea, febbri, debolezza generale, mal di bocca, sanguinamento rettale, prolasso uterino, ecc..
Viene utilizzato anche per gargarismi per trattare il mal di gola ed è applicato esternamente per trattare le perdite vaginali eccessive, le ustioni e le eruzioni cutanee.
La corteccia in polvere può essere applicata come cataplasma su vecchie ulcere, è un buon antisettico.
Il tè ricavato dalle radici è, inoltre, antipasto, astringente, diuretico ed emetico.
Si utilizza anche un infuso che viene impiegato nel trattamento di raffreddori, mal di gola, minzione dolorosa, ritenzione di urina e dissenteria.
Un’infusione dei rami verdi o secchi è stata utilizzata nel trattamento della tubercolosi.
Un decotto dei rami, con le teste dei semi, è stato utilizzato per curare il prurito al cuoio capelluto e come acqua da bagno per gli arti congelati.
Il lattice della pianta è stato usato come unguento sulle piaghe.
Un tè ricavato dalle foglie veniva usato un tempo nel trattamento dell’asma, della diarrea e della stomatite.
Un impiastro preparato dalle foglie è stato utilizzato per trattare le eruzioni cutanee.
Le foglie sono state masticate per curare le gengive irritate e sono state strofinate sulle labbra per curare le labbra irritate.
Le bacche sono diuretiche, emetiche, emmenagoghe, purganti e refrigeranti; queste trovano impiego nel trattamento del diabete senile, disturbi intestinali strani, malattie febbrili, dismenorrea, ecc. vengono masticate come rimedio per l’enuresi notturna.
I fiori sono stati masticati per curare il mal di bocca.
Un decotto di fiori è stato usato come collutorio per la dentizione dei bambini.
Un infuso di fiori è stato usato come collirio per gli occhi irritati.
La pianta (parte non specificata) viene utilizzata nei rimedi omeopatici per il trattamento di condizioni quali epistassi e cefalea occipitale, flatulenza fetidi e ulcerazioni della bocca.
Tra li altri usi si ricordano quelli agroforestali.
La pianta ha un ampio apparato radicale ed è abbastanza tollerante al vento, anche se i rami possono essere spezzati con venti molto forti. Viene piantata per la stabilizzazione del suolo su pendii e bordi stradali, ed è anche usata come riparo.
Può stabilirsi rapidamente in luoghi aperti e soleggiati e quindi può essere utilizzata come specie pioniera per la creazione di boschi; inoltre i fiori sono un buon alimento per le api.
Tra gli altri usi si ricorda che le foglie sono ricche di tannino, contenendo circa il 10 – 25% ed in alcune piante questo contenuto arriva fino al 31,2%.
Anche i rametti e la radice sono ricchi di tannino.
Dal frutto si ottiene un colorante nero e uno rosso.
Dalle foglie, dalla corteccia e dalle radici si ottiene un colorante nero.
Dalle radici raccolte in primavera si ottiene un colorante arancione o giallo.
Dalla polpa degli steli si ottiene un colorante giallo chiaro.
La corteccia interna, mista a bloodroot (Sanguinaria canadensis) e la corteccia interna di prugna selvatica (Prunus sp.) è stata utilizzata per produrre un colorante giallo.
Un estratto della corteccia viene utilizzato come ingrediente nei preparati cosmetici commerciali come balsamo per la pelle.
Un estratto della corteccia, delle radici e delle bacche viene utilizzato come ingrediente nei preparati cosmetici commerciali come astringente, antiseborroico e balsamo per la pelle.
Dai semi si estrae un olio che raggiunge una consistenza simile al sego e viene utilizzato per fare candele. Queste bruciano brillantemente, anche se emettono un fumo pungente.
Il legno è morbido, leggero e fragile.
Dal punto di vista ecologico il Rhus glabra è una pianta con una distribuzione molto ampia, una popolazione numerosa, attualmente non sta subendo alcuna minaccia importante e non sono state identificate minacce future significative. La pianta è classificata come “Least Concern” nella Lista rossa IUCN delle specie minacciate.
SALVIA
La salvia è conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà salutari, ciò che spiega il suo nome, proveniente da salvo che significa appunto “salvare”. I Galli, in particolare, ritenevano che la salvia avesse la capacità di guarire tutte le malattie e che agisse efficacemente da “deterrente” contro febbre e tosse. Alcuni addirittura credevano che avesse il potere di resuscitare i morti e per questo veniva anche utilizzata nella preparazione di riti magici.
I Romani la consideravano una pianta sacra, tanto che esisteva un vero e proprio rito per la raccolta, che spettava a pochi eletti. Questi dovevano addirittura indossare un abbigliamento particolare dopo aver compiuto sacrifici.
Nella medicina popolare, già nel Medioevo, veniva usata come cicatrizzante sulle ferite e piaghe difficili da rimarginare.
I Cinesi ritenevano che la salvia fosse in grado di “regalare” la longevità: nel XVII secolo, un cesto di foglie di salvia era scambiata dai mercanti olandesi con tre cesti di tè. Nella medicina tradizionale cinese utilizzano ancora oggi la salvia per curare l’insonnia, la depressione, le afflizioni gastrointestinali, le malattie mentali, i disturbi mestruali.
Nella medicina ayurvedica, con impieghi analoghi, la prescrivono anche per uso esterno per le emorroidi, la gonorrea, contro la vaginite e le affezioni dell’occhio.
Le foglie della salvia contengono principi amari, acidi fenolici, i flavonoidi e un olio essenziale (contenente tujone, cineolo, borneolo, linalolo, beta-terpineolo e beta-cariofillene).
I flavonoidi (luteolina, salvigenina, genkwanina, cirsimaritina ed ispidulina), con svolgono un’azione estrogenica. La salvia viene, infatti impiegata in tutti i disturbi femminili come la sindrome premestruale e contro i disturbi della menopausa (in particolare le vampate di calore). Favorisce il flusso mestruale in caso di amenorrea, perché l’olio essenziale stimola il sistema ormonale femminile e quindi la comparsa delle mestruazioni.
La salvia è utilizzata nelle affezioni dell’apparato gastrointestinale come rilassante della muscolatura liscia, in quanto esplica un’azione antispasmodica, utile in caso di intestino irritabile, spasmi all’apparato digerente o contro i dolori mestruali.
L'acido carnosico e i triterpeni (amirina, betulina, acido crategolico ed acido 3-idrossi-ursolico) conferiscono alla salvia proprietà antinfiammatorie e diuretiche offrendo una buona risposta contro la ritenzione idrica, gli edemi, i reumatismi e mal di testa.
I preparati a base di salvia sono efficaci per combattere tutte le forme di catarro grazie alla presenza dell’olio essenziale dalle proprietà antisettiche e balsamiche. Per questa ragione trova impiego nella cura delle patologie dell’apparato respiratorio in caso di raffreddore, tosse, mal di gola e febbre.
Infine la salvia possiede anche un’azione ipoglicemizzante: un infuso a stomaco vuoto di salvia è utile nella cura del diabete, perché riduce il tasso di glicemia nel sangue.
N.B. Non vengono utilizzati per la preparazione del prodotto: frumento, zucchero, sale, l’amido, soia, derivati del latte, conservanti, coloranti e aromi artificiali.
Ingredienti e tenore giornaliero
Acqua, (Sambucus nigra L.) giovane getto, macerato glicerico 30mg, sommacco (Rhus glabra L.) frutti 90mg estratto idroalcolico, Salvia (Salvia officinalis L.) foglie 90mg estratto idroalcolico, Miele, Alcool 30%.
Contenuto
in flacone di vetro con contagocce.
Modalità d’uso
BAMBINI: 15 gocce in un dito di acqua fino a 3 volte al giorno.
ADULTI: 30 gocce in un dito di acqua fino a 3 volte al giorno.
Effetto fisiologico
SAMBUCO: fluidità dele secrezioni bronchiali. Funzionalità delle prime vie respiratorie. Regolarità del processo di sudorazione. Drenaggio dei liquidi corporei. Naturali difese dell’organismo.
RHUS: drenaggio dei liquidi corporei.
SALVIA: funziona digestiva. Eliminazione dei gas intestinali. Contrasto dei disturbi della menopausa. Regolarità del processo di sudorazione. Benessere di naso e gola. Antiossidante, tonico (stanchezza fisica e mentale).
Caratteristiche
SAMBUCO
Il sambuco (Sambucus nigra) è una piccola pianta della famiglia delle Caprifoliaceae. Si tratta di un albero o arbusto che non supera in genere i cinque metri di altezza, caratterizzato da una corteccia grigiastra sulla quale sono presenti numerose lenticelle sporgenti e di grandi dimensioni.
Le foglie sono opposte, pennatocomposte e costituite da 5-7 foglioline ovali. I fiori piccoli e profumati, di colore bianco e riuniti in cime corimbiformi.
Il frutto è una drupa tondeggiante e nera. Il periodo balsamico per la raccolta della droga è compreso tra i mesi di maggio e giugno.
Per ricavare la droga si utilizzano frutti e infiorescenze essiccate: i fiori essiccano rapidamente esposti all'aria, assumendo una caratteristica colorazione giallastra e un piacevole odore aromatico.
Il Sambucus ebulus è una specie simile ma più piccola, spesso utilizzata per sofisticare i fiori di Sambucus nigra.
Tra i principi attivi del fitocomplesso ritroviamo essenzialmente:
Sambucina;
sambunigrina;
rutina;
isoquercitina;
astragalina;
campferolo;
olio essenziale
acidi grassi liberi;
tannino (nella corteccia);
emulsina;
invertina;
benaldeide (nelle foglie);
colina;
mucillagine;
malato;
acido valerianico;
acido tartarico (nei fiori);
antocianine;
cera;
gomma;
acetato;
acido tartarico;
acido citrico (nei frutti).
SOMMACCO
Rhus glabra è un arbusto deciduo a portamento con fronde aperte e rade che cresce fino a 3 m di altezza, raramente fino a 5 m. La corteccia sul legno più vecchio è liscia e di colore grigio tendente al marrone.
Ha foglie alterne, lunghe 30–50 cm, composte da 11–31 foglioline opposte accoppiate, ciascuna lunga 5–11 cm, con un margine seghettato. Le foglie diventano di colore scarlatto in autunno.
I fiori sono minuscoli, di colore verde, prodotti in fitte pannocchie erette alte 10–25 cm; i boccioli sono piccoli, ricoperti di pelo castano e portati su ramoscelli grassi e glabri.
L’antesi è nel periodo primaverile.
I frutti sono bacche di colore cremisi, sono piuttosto piccole ed hanno una forma a globo appiattito, lunghe circa 4 mm, hanno pochissima polpa e sono ricoperte da peli rossi e appiccicosi; sono raccolti in grandi pannocchie che rimangono per tutto l’inverno.
Alla fine dell’estate a volte forma galle sul lato inferiore delle foglie, causate dal parassita afide delle foglie di sommacco, Melaphis rhois. Le galle non sono dannose per l’albero.
I nativi americani mangiavano i giovani germogli di Rhus glabra come insalata.
Il frutto è acido e contiene un grande seme, ma può essere masticato (per alleviare la sete) e trasformato in una bevanda simile a una limonata.
Nel 2020, gli archeologi hanno portato alla luce una pipa in uno scavo nello stato di Washington centrale, mostrando prove chimiche che una tribù di nativi americani aveva fumato Rhus glabra da solo o in una miscela con tabacco, forse “per le sue qualità medicinali e per migliorare il sapore del fumo”.
Per uso commestibile si consumano i frutti sia crudi che cotti.
Hanno un sapore acido e sono stati utilizzati in sostituzione del succo di limone. Questi se vengono immersi per 10 – 30 minuti in acqua calda o fredda, producono una bevanda molto rinfrescante simile a una limonata (senza frizzantezza ovviamente). La miscela non deve essere bollita poiché questo rilascerà acidi tannici e renderà la bevanda astringente.
Si può consumare la radice sbucciata e consumata cruda ma, a tal proposito, si riporta una certa cautela a causa della possibile tossicità.
Si possono mangiare anche i giovani germogli sbucciati e mangiati crudi ed anche in questo caso va usata una certa cautela a causa della possibile tossicità.
Anche la corteccia è stata mangiata ed è molto gradita dai bambini; tuttavia si consiglia cautela come sopra.
Nell’impiego medicinale il Rhus glabra è stato impiegato da varie tribù native indiane del Nord America che lo usavano per trattare una varietà di disturbi.
Anche occasionalmente è usato nell’erboristeria moderna dove è usato per le sue qualità astringenti e antisettiche. Una certa cautela dovrebbe essere impiegata nell’uso di questa specie poiché può causare irritazioni cutanee. È meglio usarlo solo sotto la supervisione di un medico o professionista qualificato.
Dalla corteccia della pianta o della radice si ricava un tè che è alterativo, antisettico, astringente, galattogogo, emostatico, rubefacente e tonico.
Questo viene usato nel trattamento di diarrea, febbri, debolezza generale, mal di bocca, sanguinamento rettale, prolasso uterino, ecc..
Viene utilizzato anche per gargarismi per trattare il mal di gola ed è applicato esternamente per trattare le perdite vaginali eccessive, le ustioni e le eruzioni cutanee.
La corteccia in polvere può essere applicata come cataplasma su vecchie ulcere, è un buon antisettico.
Il tè ricavato dalle radici è, inoltre, antipasto, astringente, diuretico ed emetico.
Si utilizza anche un infuso che viene impiegato nel trattamento di raffreddori, mal di gola, minzione dolorosa, ritenzione di urina e dissenteria.
Un’infusione dei rami verdi o secchi è stata utilizzata nel trattamento della tubercolosi.
Un decotto dei rami, con le teste dei semi, è stato utilizzato per curare il prurito al cuoio capelluto e come acqua da bagno per gli arti congelati.
Il lattice della pianta è stato usato come unguento sulle piaghe.
Un tè ricavato dalle foglie veniva usato un tempo nel trattamento dell’asma, della diarrea e della stomatite.
Un impiastro preparato dalle foglie è stato utilizzato per trattare le eruzioni cutanee.
Le foglie sono state masticate per curare le gengive irritate e sono state strofinate sulle labbra per curare le labbra irritate.
Le bacche sono diuretiche, emetiche, emmenagoghe, purganti e refrigeranti; queste trovano impiego nel trattamento del diabete senile, disturbi intestinali strani, malattie febbrili, dismenorrea, ecc. vengono masticate come rimedio per l’enuresi notturna.
I fiori sono stati masticati per curare il mal di bocca.
Un decotto di fiori è stato usato come collutorio per la dentizione dei bambini.
Un infuso di fiori è stato usato come collirio per gli occhi irritati.
La pianta (parte non specificata) viene utilizzata nei rimedi omeopatici per il trattamento di condizioni quali epistassi e cefalea occipitale, flatulenza fetidi e ulcerazioni della bocca.
Tra li altri usi si ricordano quelli agroforestali.
La pianta ha un ampio apparato radicale ed è abbastanza tollerante al vento, anche se i rami possono essere spezzati con venti molto forti. Viene piantata per la stabilizzazione del suolo su pendii e bordi stradali, ed è anche usata come riparo.
Può stabilirsi rapidamente in luoghi aperti e soleggiati e quindi può essere utilizzata come specie pioniera per la creazione di boschi; inoltre i fiori sono un buon alimento per le api.
Tra gli altri usi si ricorda che le foglie sono ricche di tannino, contenendo circa il 10 – 25% ed in alcune piante questo contenuto arriva fino al 31,2%.
Anche i rametti e la radice sono ricchi di tannino.
Dal frutto si ottiene un colorante nero e uno rosso.
Dalle foglie, dalla corteccia e dalle radici si ottiene un colorante nero.
Dalle radici raccolte in primavera si ottiene un colorante arancione o giallo.
Dalla polpa degli steli si ottiene un colorante giallo chiaro.
La corteccia interna, mista a bloodroot (Sanguinaria canadensis) e la corteccia interna di prugna selvatica (Prunus sp.) è stata utilizzata per produrre un colorante giallo.
Un estratto della corteccia viene utilizzato come ingrediente nei preparati cosmetici commerciali come balsamo per la pelle.
Un estratto della corteccia, delle radici e delle bacche viene utilizzato come ingrediente nei preparati cosmetici commerciali come astringente, antiseborroico e balsamo per la pelle.
Dai semi si estrae un olio che raggiunge una consistenza simile al sego e viene utilizzato per fare candele. Queste bruciano brillantemente, anche se emettono un fumo pungente.
Il legno è morbido, leggero e fragile.
Dal punto di vista ecologico il Rhus glabra è una pianta con una distribuzione molto ampia, una popolazione numerosa, attualmente non sta subendo alcuna minaccia importante e non sono state identificate minacce future significative. La pianta è classificata come “Least Concern” nella Lista rossa IUCN delle specie minacciate.
SALVIA
La salvia è conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà salutari, ciò che spiega il suo nome, proveniente da salvo che significa appunto “salvare”. I Galli, in particolare, ritenevano che la salvia avesse la capacità di guarire tutte le malattie e che agisse efficacemente da “deterrente” contro febbre e tosse. Alcuni addirittura credevano che avesse il potere di resuscitare i morti e per questo veniva anche utilizzata nella preparazione di riti magici.
I Romani la consideravano una pianta sacra, tanto che esisteva un vero e proprio rito per la raccolta, che spettava a pochi eletti. Questi dovevano addirittura indossare un abbigliamento particolare dopo aver compiuto sacrifici.
Nella medicina popolare, già nel Medioevo, veniva usata come cicatrizzante sulle ferite e piaghe difficili da rimarginare.
I Cinesi ritenevano che la salvia fosse in grado di “regalare” la longevità: nel XVII secolo, un cesto di foglie di salvia era scambiata dai mercanti olandesi con tre cesti di tè. Nella medicina tradizionale cinese utilizzano ancora oggi la salvia per curare l’insonnia, la depressione, le afflizioni gastrointestinali, le malattie mentali, i disturbi mestruali.
Nella medicina ayurvedica, con impieghi analoghi, la prescrivono anche per uso esterno per le emorroidi, la gonorrea, contro la vaginite e le affezioni dell’occhio.
Le foglie della salvia contengono principi amari, acidi fenolici, i flavonoidi e un olio essenziale (contenente tujone, cineolo, borneolo, linalolo, beta-terpineolo e beta-cariofillene).
I flavonoidi (luteolina, salvigenina, genkwanina, cirsimaritina ed ispidulina), con svolgono un’azione estrogenica. La salvia viene, infatti impiegata in tutti i disturbi femminili come la sindrome premestruale e contro i disturbi della menopausa (in particolare le vampate di calore). Favorisce il flusso mestruale in caso di amenorrea, perché l’olio essenziale stimola il sistema ormonale femminile e quindi la comparsa delle mestruazioni.
La salvia è utilizzata nelle affezioni dell’apparato gastrointestinale come rilassante della muscolatura liscia, in quanto esplica un’azione antispasmodica, utile in caso di intestino irritabile, spasmi all’apparato digerente o contro i dolori mestruali.
L'acido carnosico e i triterpeni (amirina, betulina, acido crategolico ed acido 3-idrossi-ursolico) conferiscono alla salvia proprietà antinfiammatorie e diuretiche offrendo una buona risposta contro la ritenzione idrica, gli edemi, i reumatismi e mal di testa.
I preparati a base di salvia sono efficaci per combattere tutte le forme di catarro grazie alla presenza dell’olio essenziale dalle proprietà antisettiche e balsamiche. Per questa ragione trova impiego nella cura delle patologie dell’apparato respiratorio in caso di raffreddore, tosse, mal di gola e febbre.
Infine la salvia possiede anche un’azione ipoglicemizzante: un infuso a stomaco vuoto di salvia è utile nella cura del diabete, perché riduce il tasso di glicemia nel sangue.
N.B. Non vengono utilizzati per la preparazione del prodotto: frumento, zucchero, sale, l’amido, soia, derivati del latte, conservanti, coloranti e aromi artificiali.