Acqua, nuovi integratori potenziati e nuova profilassi Poseidon!
Il 14 ottobre 2023 segna un punto importante nella “storia” delle profilassi invernali, perché entrano in gioco non soltanto integratori potenziati (o “corazzati” come scherzosamente li chiamo io), ma soprattutto entra in scena l’acqua alcalina Poseidon (con suo “figlio” H2ydrO), acqua dalle caratteristiche fisico-chimiche particolari che imparerete a conoscere.
Ma conosciamo un po’ meglio questa particolare e innovativa “Acqua Poseidon”.
Essa nasce dalla volontà di fornire ai pazienti/malati, “qualcosa” che possa da un lato essere di facile assunzione, dall’altro che vada a potenziare l’azione di tutto ciò che già eventualmente si assume, quali integratori o medicinali (omeopatici e non). Questo “qualcosa” viene proprio trovato in questa acqua particolare, indicata a tutti sia come prevenzione che come complemento e integrazione a eventuali terapie in atto, la quale è una fonte di ioni idrogeno (H+), quindi un anti-ossidante con potenziale di ossido-riduzione (ORP) fortemente negativo, essendo acqua alcalina a pH 9,5 prodotta da procedimento di elettrolisi da piastre di titanio medicale puro rivestite in platino.
Acqua Poseidon è infatti acqua alcalina, dove per acqua alcalina si intende un’acqua con pH (alcalino o basico) superiore a 7,0 (ricordo che pH significa “pondus hydrogenii”, termine introdotto nel 1909 da S.P. Sorensen per indicare il cologaritmo della concentrazione dello ione idrogeno in acqua, ovvero pH=-log [H3O+]).
Perché questa acqua è così particolare?
Perché un pH più alcalino (riducente e con potenziale di ossido-riduzione negativo perché ad alto contenuto di ioni H+ ) la rende più adatta a trasmettere informazioni, facendola diventare quasi come un “superconduttore” potenziando, di conseguenza, sia l’effetto che l’efficacia dei rimedi omeopatici in essa disciolti (perché crea dei domini di coerenza maggiormente affini elettronicamente a memorizzare e quindi trasmettere informazioni grazie alla formazione di microcluster, i quali ne aumentano anche la capacità idratante), sia di integratori (o volendo anche farmaci, aumentandone l’effetto terapeutico e minimizzandone gli effetti collaterali) perché alcalinizzando i tessuti, quindi potenziando l’effetto antiossidante, idratante, ossigenante e detossificante, anche essi stessi divengono più ricettivi a ricevere “messaggi terapeutici coerenti” (il tutto nel pieno rispetto del III principio della Termodinamica e ampiamente spiegato nel dottorato di ricerca “eretico” in chimica-fisica dalla dott.ssa Niccoli, in questa e questa pubblicazione).
Al gusto l’acqua Poseidon risulta molto più leggera, delicata e dissetante e si tratta, quindi, di un’acqua meno acida rispetto a quella che fuoriesce dai rubinetti di casa. Essa favorisce la creazione di un ambiente alcalino/basico all’interno del nostro corpo contrastando, di conseguenza, la creazione di un ambiente acido.
Nella vita di tutti i giorni è molto importante mantenere un pH tessutale fisiologico tendente al basico perché il pH acido sembrerebbe essere la causa dell’aumento di alcune malattie e disturbi come i problemi cardiaci, la perdita di massa muscolare e la perdita di massa ossea.
L’acqua, dal momento che rappresenta fino al 75% del nostro peso, ovviamente contribuisce a determinare il pH del nostro organismo, ecco perché è molto importante bere acqua non troppo acida.
È importante inoltre tenere in considerazione che i microrganismi nocivi hanno terreno fertile in un ambiente acido. La loro espulsione, infatti, viene facilitata dall’assunzione di cibi e acqua a pH elevato (superiore a 7), rendendo il terreno basico più sano e meno soggetto ad ammalarsi di infezioni di ogni tipo (virali, batteriche, fungine o parassitarie).
L’acqua alcalina Poseidon è ricca di antiossidanti e sali minerali come calcio, potassio, magnesio, bicarbonato e silice, che le donano le seguenti caratteristiche distintive:
ALCALINIZZANTE, ovvero neutralizzante l’acido del sangue e in grado di ridurre le infiammazioni;
RICCA DI OSSIGENO, quindi favorisce la metabolizzazione delle sostanze nutritive e il corretto funzionamento della catena respiratoria mitocondriale;
ANTIOSSIDANTE (RIDUCENTE), ovvero elimina i radicali liberi causati da un’alimentazione poco corretta e dall’avanzamento dell’età, risultando così un potente ANTI-AGING, con potenziale di ossido-riduzione (ORP) 100 volte maggiore della Vitamina C;
DISINTOSSICANTE dalle sostanze nocive e tossiche quali i metalli pesanti e scorie della digestione (previene inoltre il gonfiore addominale e favorisce la digestione;
IDRATANTE maggiormente grazie ai suoi “microCluster“ formati da 5-6 molecole contro le 15-25 dell’acqua normale, dove questi microCluster hanno bassa tensione superficiale e capacità conduttive notevoli (equivalenti se non superiori ai “superconduttori”), favorendo l’assimilazione e l’idratazione cellulare, nonché aumentando la capacità di “veicolare“ le “informazioni coerenti” date da medicinali di ogni tipo, potenziandole e riducendone gli effetti collaterali e nocivi.
Essendo ricca di ioni carichi negativamente, l’acqua Poseidon ostacola il processo di invecchiamento dell’epidermide, ripulisce il sangue dalle scorie, migliora l’ossigenazione e favorisce la corretta circolazione, rendendola ottimo “integratore” anti-aging.
Il suo consumo contrasta anche l’insorgenza dell’osteoporosi in soggetti anziani e donne in menopausa.
Il consumo di acqua Poseidon è particolarmente indicato anche per le donne in gravidanza. Il corpo della madre si trova infatti nella condizione di dover garantire al feto il giusto apporto di minerali alcalini ed è proprio per questo che molte donne, nel corso della gestazione, sviluppano una condizione nota come iper-acidità. Il corpo infatti tende a prelevare le sostanze basiche da ossa e denti in modo da fornire in modo costante un ambiente alcalino a feto e liquido amniotico.
Per contrastare questa tendenza la futura mamma dovrebbe aumentare l’apporto di verdura-frutta in modo da assicurare al proprio organismo e a quello del feto il giusto apporto di minerali alcalini e sarebbe importante che bevesse acqua alcalina.
Ad oggi non ci sono controindicazioni riscontrate sul consumo di acqua alcalina, ma solo benefici.
H2ydrO, come l’acqua Poseidon di cui può essere considerato “figlio”, è anch’esso una fonte di ioni idrogeno (H+) ancora più ricca, quindi un anti-ossidante molto forte con potenziale di ossido-riduzione (ORP) fortemente negativo indicato a tutti, essendo sostanzialmente composto da acqua alcalina a pH 9,5 prodotta da procedimento di elettrolisi da piastre di titanio medicale puro rivestite in platino e Zinco.
In particolare è consigliato per gli sportivi, così come per i fumatori, gli abitanti di grandi città ad alto inquinamento ambientale, soggetti affetti da problemi respiratori, epato-gastrici e infiammatori (acuti e cronici), perché l’alto contenuto in ioni H+ favorisce sia l’ossigenazione che l’idratazione dei tessuti.
Lo Zinco è il cofattore essenziale di ben 200 enzimi ed è dotato di importanti attività antiossidanti.
H2ydrO può essere preso oralmente per incrementare il livello di ossigeno nel sangue per un periodo di tempo di circa quattro ore, mentre a uso topico agisce come battericida naturale, oltre a permettere di purificare ulteriormente l’acqua da bere.
Gli altri integratori “di punta” di questa profilassi sono, nell’ordine:
Kyron bimbi+++;
Kyron+++;
Hyalos sciroppo;
NAC.
Il Kyron bimbi+++ (plus, potenziato e “corazzato”), rappresenta l’evoluzione e la soluzione invernale del Kyron bimbi che già conoscete, in cui viene raddoppiata la dose di Rosa canina e a cui vengono aggiunte all’alga Klamath e alle gemme di Betulla verrucosa e Abete bianco, ulteriori 3 gemme molto importanti, quali:
Noce;
Olivello spinoso;
Ontano nero.
Consentendo al nuovo prodotto potenziato di avere un’azione più potente sia sul sistema immunitario, che sul microbiota intestinale, orale e cutaneo, come sui sistemi respiratorio, Orl e sulla funzione visiva, mantenendo inalterata la capacità armonizzante della crescita.
ROSA CANINA
La Rosa canina è un arboscello cespuglioso che può raggiungere i 3 metri di altezza. La pianta, situata spesso all’ingresso dei boschi, è un “dissuasore” per la presenza di spine acuminate. I ricettacoli floreali passano dal colore verde, al rosa, al rosso e sono detti cinorroidi (dialettalmente conosciuti come “grattaculi” per l’azione irritante); sono ricchi di vit C (20 volte più degli agrumi ma molto meno dell’Olivello spinoso).
• Coadiuva il sistema immunitario per un buon funzionamento, soprattutto in pediatria.
• Coadiuva i rimedi dell’infiammazione delle mucose/sierose:
- ORL
- intestinali (Placche di Peyer)
- polmonari
- cutanee (eczema, foruncoli, herpes recidivante)
- osteo-articolari (disturbi di crescita, osteoporosi post-menopausale)
• Simbolicamente, a livello mentale, infonde la forza necessaria per diventare inattaccabili dall’ambiente esterno.
NOCE
Il Noce è un albero solitario che necessita di molta luce e spazio. Può raggiungere i 30 metri di altezza,
può vivere fino a 400 anni, fruttifica per 200 e ha un legno molto duro. Ama i terreni profondi, ricchi e ben drenati. Le sue radici:
1. scendono in profondità (fase di radicamento);
2. poi si orizzontalizzano (fase di delimitazione del territorio);
3. infine risalgono in superficie (fase di comunicazione).
Il Noce produce una sostanza aromatica, lo Juglone, che impedisce alle altre piante di crescere sotto le sue fronde. Per la teoria delle signature, la noce assomiglia al cervello.
• Coadiuva l’azione corroborante di pelle (comunicazione esterna), mucose (comunicazione interna) e sierose (comunicazione profonda).
• Coadiuva l’azione dei rimedi sulla pelle per patologie quali psoriasi, lupus, sclerodermia, dermatosi infettive (eczema, impetigine), soprattutto in un quadro complicato da disbiosi intestinale e parassitosi.
• Coadiuva l’azione della flora intestinale, soprattutto dopo antibioticoterapia.
• Coadiuva l’azione anche sulle mucose respiratorie infiammate (sinusiti, angina orale, bronchiti croniche e allergia) e sulle sierose articolari (poliartrite evolutiva, periartrite, collagenosi auto-immuni).
• Coadiuva il buon funzionamento del pancreas normalizzando la secrezione insulinica specie nel diabete non insulino-dipendente e del fegato stimolando le cellule di Kupffer.
• Simbolicamente, a livello mentale, aiuta il paziente a superare il concetto della morte, soprattutto in pazienti che hanno paura del trapasso e fornisce la perseveranza di fronte alle difficoltà della vita.
OLIVELLO SPINOSO
L’Olivello spinoso è un arboscello alto fino a 3 metri ed è una specie pioniera di terreni difficili e acidi, fissa l’azoto su terreni ricchi di silice che gli conferiscono robustezza e flessibilità. È estremamente adattabile,
vive sia al freddo siberiano che al caldo desertico, portando ovunque la vita e creando humus. Le bacche sono ricchissime di vit. C. Nell’antica Grecia veniva dato come foraggio ai cavalli ai quali conferiva pelo lucido da cui il suo nome scientifico: hippos (ippopotamo) e phos (luce).
• Coadiuvante l’azione riequilibrante del sistema immunitario, specie in inverno, per contrastare i colpi di freddo e le infiammazioni ricorrenti ORL.
• Coadiuvante nel migliorare la funzione visiva, nel proteggere dalle radiazioni e nell’accompagnare la senescenza.
• Simbolicamente, a livello mentale, contribuisce ad apportare forza di vita, a rafforzare il proprio territorio psico-fisico, specie nei soggetti demineralizzati e anergici.
ONTANO NERO
L’Ontano nero è l’albero che raggiunge 30 metri di altezza e vive non più di 100 anni, cresce su terreni poveri, è un pioniere e colonizzatore di terreni alluvionati (il suo legno immerso nell’acqua diventa nero e duro-Venezia poggia tutto su questo legno e sulla Quercia-) e soleggiati.
Questa gemma aiuta i pazienti nel momento del trapasso come nei momenti di importante transizione della vita quali: nascita, pubertà, andro-menopausa.
Nell’organismo gestisce l’acqua tissutale, così come fa in Natura: calma il “fuoco” (infiammazione) quindi è un coadiuvante antinfiammatorio.
• Coadiuvante l’azione antinfiammatoria e antinfettiva acuta e moderata (ad esempio orticarie croniche, suppurazioni, ecc...).
• Coadiuvante gli stati infiammatori del sistema circolatorio venoso (flebiti, trombosi venose e retiniche) e arterioso a carico dei più importanti distretti quali cervello (memoria, emicrania vascolare, sequele di emiplegia, trauma cranico, edema cerebrale di ogni tipo) e cuore (infarto, coronarite).
• Coadiuvante la gestione delle mucose digestive nei casi di gastrite, ulcera, colite, colecistite, quadro catarrale importante; così come a livello polmonare è utile per ORL recidivante.
• Coadiuvante nella cura dell’infiammazione articolare e nel reumatismo acuto, Malattia di Paget e ottimo complementare nell’osteoporosi.
• Simbolicamente, a livello mentale, gestisce i momenti importanti di passaggio della vita: pubertà, andro-menopausa; favorisce lo scambio e la comunicazione con se stessi.
Il Kyron+++ (plus) rappresenta invece l’evoluzione invernale del Kyron, al quale vengono aggiunti ai componenti già presenti nella versione estiva Alga Klamath, Astaxantina e Sommaco, diversi componenti, quali:
quercetina;
esperidina;
artemisia;
astragalo;
vitamina C;
zinco;
cromo;
selenio.
Questi componenti sono stati aggiunti con lo scopo di fornire la copertura invernale massima ottenibile in un unico prodotto che, come il Kyron, rimane “l’integratore unico” di riferimento (in questo caso della stagione invernale), così da contenere i costi e aumentare la facilità di assunzione, senza perdere nulla in termini di efficacia, ma anzi ottenendo un’azione potenziata e sinergica dei vari elementi in gioco.
Per non appesantire e allungare troppo l’articolo, mi limiterò a descrivere qui di seguito solo i componenti più “importanti e rappresentativi”, quali Quercetina ed Esperidina (rimandando alla scheda tecnica del prodotto ulteriori informazioni e dettagli).
QUERCETINA
Sostanza naturale che rinforza le barriere immunitarie, è un elemento nutritivo estremamente benefico per l'organismo. In particolare, permette di stimolare la risposta del sistema immunitario e di regolare un'eccessiva infiammazione.
Favorisce così, ad esempio, la biogenesi dei mitocondri e rafforza le pareti dei capillari, diminuendo la loro permeabilità.
Agisce sostenendo l'azione della vitamina C, un altro importante agente dell'immunità, migliorandone gli effetti, aumentandone l’assorbimento e rallentandone l'eliminazione dall'organismo.
La quercetina mostra anche potenti proprietà antinfettive. Diverse fonti le attribuiscono in particolare delle proprietà antibatteriche e antivirali. Il 25 febbraio 2020, il dottor Michel Chrétien, dell'Institut de recherches cliniques de Montréal (IRCM), ha spiegato così a Radio Canada che la quercetina è attualmente utilizzata per trattare e prevenire i virus Ebola e Zika.
Uno studio internazionale cui partecipa l'Istituto di nanotecnologia del CNR ha scoperto che la quercetina funge da inibitore specifico per il virus responsabile del COVID-19 mostrando un effetto destabilizzante sulla 3CLpro, una delle proteine fondamentali per la replicazione del virus. Lo studio è pubblicato sull'International Journal of Biological Macromolecules.
La quercitina è anche un vero serbatoio di antiossidanti. Ricordiamo che gli antiossidanti sono queste molecole responsabili dell'eliminazione dei radicali liberi, gli agenti tossici che attaccano e riducono le cellule dell'organismo.
L'assunzione di quercetina permette quindi di proteggere il corpo dalle conseguenze deleterie dello stress ossidativo.
Questa azione antiossidante svolge in particolare un ruolo positivo contro l'invecchiamento e le malattie. Possiamo quindi dire che questo flavonolo esercita una vera azione antietà.
La quercetina aiuterebbe anche a proteggere il cervello e il sistema nervoso. Alcuni test effettuati su alcuni topi nel 2018 hanno evidenziato questo effetto neuroprotettivo.
Alcuni ricercatori hanno anche scoperto alcune sue proprietà anticancro (in modo particolare contro il cancro al pancreas). Queste ultime sarebbero dovute, tra l'altro, alla sua azione sullo stress ossidativo, ma anche alla sua capacità di inibire l'aggregazione piastrinica. Occorre tuttavia consultare il medico se si sta già seguendo una chemioterapia.
L'assunzione di quercetina provoca anche una riduzione del livello di colesterolo cattivo (LDL), così come una diminuzione della pressione arteriosa. Questo flavonoide agisce infatti su vari parametri come l'elasticità vascolare e la resistenza vascolare periferica.
La quercetina porterebbe quindi a una riduzione dei disturbi cardiovascolari.
Infine, è noto che la quercetina eserciti un' azione antistaminica ( ovvero antiallergica), stabilizzando le membrane delle cellule che rilasciano l'istamina.
ESPERIDINA
Il numero di studi relativi all'efficacia clinica dell'esperidina è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni.
Nonostante la maggior parte di questi studi sia di natura sperimentale, i risultati appaiono alquanto accattivanti e degni di approfondimento.
Al di là della classica attività antiossidante, recenti lavori, sia di natura sperimentale che clinica, avrebbero dimostrato come il consumo regolare di esperidina risulti efficace, in sole 4 settimane, nel determinare un netto miglioramento della colesterolemia, con innalzamento delle concentrazioni di colesterolo HDL a scapito della colesterolemia
Tale attività, assieme alla funzione vasoprotettiva, potrebbe risultare utile nella prevenzione della disfunzione endoteliale e contestualmente nella riduzione del rischio cardiovascolare (si ricorda che l’esperidina viene usata in ambito farmaceutico con il nome di DAFLON ®).
L'attività antiossidante da un lato e l'azione antinfiammatoria dall'altro farebbero dell'esperidina un ottimo alleato per la salute vascolare.
A sostenere i benefici vasoprotettivi dell'esperidina vi sarebbero anche numerose evidenze, sia di natura sperimentale che clinica, secondo le quali l'uso di questo antiossidante potrebbe migliorare sensibilmente la sintomatologia in corso di emorroidi o disfunzione vascolare.
Seppur ancora in fase molto embrionale, alcune evidenze sotterebbero l'attività antitumorale dell'esperidina. Più precisamente, l'esperidina sembrerebbe esercitare un'azione antimutagenica e immunomodulante, particolarmente preziosa in corso di carcinoma esofageo, tumore colon-rettale e melanoma.
Hyalos è uno sciroppo innovativo, perché alle notevoli proprietà balsamiche, espettoranti e fluidificanti delle piante officinali in esso contenute, si aggiungono per la prima volta (non esiste in commercio uno sciroppo simile, questo è il I e unico nel suo genere!) le proprietà dell’acido ialuronico (oltretutto in concentrazione interessante, essendo 1600mg)!
Proprietà peculiari che andremo a scoprire nel prosieguo della lettura, qui anticipo solo che Hyalos è uno sciroppo buonissimo, che abbina al sapore balsamico molto delicato e per nulla aggressivo la “vescicoletta” tipica dell’acido ialuronico, rendendone l’assunzione oserei dire “caramellosa”.
ACIDO IALURONICO
L'acido ialuronico è una sostanza naturalmente prodotta dal nostro organismo con lo scopo di idratare e proteggere i tessuti, infatti è in grado di trattenere molta acqua e aiuta a la formazione di uno strato protettivo della mucosa infiammata, costituendo una barriera fisica difensiva nei confronti dell’attacco batterico.
Presente anche in molti animali e in alcuni tipi di batteri, l'acido ialuronico rappresenta uno dei principali componenti del tessuto connettivo, in particolare della sua sostanza amorfa (o sostanza fondamentale, un gel compatto nel quale sono immerse le fibre di collagene ed elastina).
Scoperto nell'umor vitreo dell'occhio e utilizzato sin dagli anni '70, fino a pochi anni fa questo mucopolisaccaride veniva estratto esclusivamente da animali e in particolare dalla cresta di gallo. Oggi all'acido ialuronico di origine aviaria si affianca quello estratto da particolari batteri. Le moderne tecniche di produzione consentono, infatti, la sintesi di diversi tipi di acido ialuronico con caratteristiche e campi di applicazione differenti.
Dal punto di vista chimico l'acido ialuronico viene classificato come un glicosaminoglicano. La molecola è infatti formata dal ripetersi di lunghe sequenze di due zuccheri semplici, l'acido glucuronico e la N-acetilglucosamina. Queste sostanze sono entrambe cariche negativamente e quando si uniscono tra loro la forte repulsione dà origine a una molecola lineare, flessibile ed estremamente polare. La grande solubilità in ambiente acquoso è importante per garantire l'idratazione dei tessuti proteggendoli al tempo stesso da tensioni e sollecitazioni eccessive. Allo stesso tempo l'elevata affinità con altre molecole di acido ialuronico e con gli altri componenti della matrice extracellulare consente la formazione di una fitta e intricata rete ad elevato peso molecolare.
Come accennato, nel nostro organismo l'acido ialuronico riveste un ruolo importantissimo in quella che è la composizione del tessuto connettivo è infatti implicato nel mantenimento del grado di idratazione, turgidità, viscosità e plasticità. In termini più semplici, l'acido ialuronico va a costituire una sorta di impalcatura che permette al tessuto di mantenere il suo tono e grazie alla sua capacità di legare e trattenere acqua, garantisce il mantenimento dell'idratazione cutanea. La presenza di acido ialuronico, inoltre, protegge l'organismo dalla permeazione di virus e batteri in quanto agisce come una specie di filtro. Infine, ricordiamo anche le proprietà cicatriziali e antinfiammatorie.
La particolare struttura chimica e le peculiari e numerosissime proprietà dell'acido ialuronico lo rendono particolarmente utile sia in campo medico che estetico. La sua capacità di legare acqua e altre sostanze dà, infatti, origine a gel protettivi, particolarmente utili per la cute e le mucose.
Viene ricavato facilmente in laboratorio e, se si escludono isolati casi di ipersensibilità alla sostanza, è privo di controindicazioni o di effetti collaterali.
PIANTAGGINE: in fitoterapia moderna la piantaggine viene usata per allergie e infiammazioni. Utile per asma, rinite allergica e problemi di pelle e mucose.
ELICRISO: la pianta contiene composti con attività antibatterica correlata alla percentuale di alcoli (geraniolo, borneolo, eugenolo) presenti e al beta-pinene e il furfurale.
GRINDELIA: contiene resine e saponine; entrambe le classi fitochimiche hanno attività espettorante e balsamica e una moderata azione antibatterica.
ZENZERO: numerosi studi hanno dimostrato le sue proprietà su infiammazione (Mascolo et al 1989) e febbre (Mascolo et al 1989, Suekawa et al 1984) comparabile a quella dell’acido acetilsalicilico, senza però una specifica attività analgesica (Mascolo et al 1989). In oriente lo zenzero è ritenuto un rimedio “caldo” e stimolante, utilizzato per le sue proprietà diaforetiche negli stati febbrili. Sembra che l’azione sia dovuta a: stimolazione dei recettori termoregolatori (Yamahara et al 1985); inibizione dell’ipotermia indotta da serotonina, attraverso azione serotonino-agonista (Huang et al 1990); stimolazione della secrezione di citochine con effetto pirogenico (Chang et al 1995).
CALENDULA: pianta nota per la sua capacità antinfiammatoria locale, grazie al suo contenuto in mucillagini e alla sua capacità di regolare le prostaglandine infiammatorie.
EUCALIPTO: i batteri più sensibili all’eucalipto sono i gram-positivi. Le applicazioni topiche dell’olio inibiscono la sintesi delle prostaglandine e hanno un effetto iperemico, espettorante e secretolitico.
LAVANDA: antispasmodica e antisettica risulta molto efficace in caso di tosse persistente.
PINO MUGO: proprietà medicinali del pino mugo sono assai preziose soprattutto per la cura di disturbi e di affezioni alle vie respiratorie. Svolge un’efficace azione fluidificante delle secrezioni bronchiali, disinfetta l’apparato respiratorio e agisce come sedativo e calmante della tosse anche asmatica.
TIMO: il timolo (più efficace) e il carvacrolo (meno efficace) sono fortemente antibatterici ed agiscono per perforazione della membrana cellulare.
NAC (600mg), ultimo integratore tra i nuovi che illustriamo in questo poderoso articolo, è la molecola che ormai tutti conosciamo, divenuta famosa in primis per la malattia Covid-19, ma di cui si conoscono ormai da tempo le innumerevoli proprietà, basti anche solo dire che è precursore del Glutatione e potente “antidoto” all’intossicazione da paracetamolo.
Questo integratore però non contiene solo la NAC, ma una serie di componenti che in sinergia aiutano in tutti quegli stati infiammatori e problematiche respiratorie tipici della stagione invernale, quali:
altea;
vitamina C;
zinco.
Conosciamo meglio questi componenti!
N-ACETILCISTEINA (NAC)
Derivato amminoacidico con diverse funzioni biologiche:
Rompe i ponti disolfuro nel sito di legame della Spike.
È un precursore del glutatione.
È un fluidificante e mucolitico.
È un epatoprotettore.
È un agente antiapoptotico.
È utilizzato in caso di intossicazione da paracetamolo come antidoto.
Riduce l’aggregazione piastrinica.
Va a migliorare la capacità contrattile del miocardio.
La letteratura scientifica, al momento, propone diversi studi, per lo più sperimentali, che esaltano le proprietà preventive e terapeutiche della N-Acetilcisteina.
Di particolare rilievo sarebbero:
Studi condotti su pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva, nei quali l'aggiunta di N-Acetilcisteina alla terapia convenzionale, avrebbe ridotto del 41% l'esacerbazione della sintomatologia.
Studi condotti su modelli sperimentali, nei quali l'N-Acetilcisteina avrebbe migliorato le capacità contrattili del miocardio, riducendo al contempo l'aggregazione piastrinica e il rischio di eventuali complicanze tromboemboliche.
Studi condotti su sportivi, nei quali l'utilizzo di N-Acetilcisteina, in concomitanza ad altri antiossidanti, avrebbe ridotto le concentrazioni di marcatori del danno ossidativo indotto dall'esercizio fisico intenso.
Studi nei quali l'uso prolungato di N-Acetilcisteina avrebbe preservato l'integrità strutturale e funzionale dei neuroni, correggendo alcuni deficit mnemonici.
Studi condotti su militari e personale esposto, nei quali l'uso di 900 mg di N-Acetilcisteina avrebbe prevenuto la comparsa di disturbi uditivi.
VITAMINA C
Si tratta di una vitamina idrosolubile con azione molto ampia all’interno del nostro organismo. Gli studi si sono concentrati sul rinforzo delle difese immunitarie, in particolare nei confronti di virus del raffreddore e altre virosi invernali. Ultimamente è molto studiata anche per quanto riguarda i tumori. Altra proprietà della vitamina C è la sua capacità antiossidante e dunque protettiva nei confronti dei radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare.
Ha anche un ruolo fondamentale nella formazione del collagene che rafforza muscoli, ossa e vasi sanguigni.
Tra le sue caratteristiche vi è poi l’azione positiva nei confronti dell’assorbimento del ferro. È per questo che si consiglia sempre di associarla quando si integra il ferro.
Altre sue funzioni all’interno del nostro corpo sono: la partecipazione nella sintesi della carnitina e degli ormoni surrenalici; la regolazione dei livelli endogeni di istamina; la riduzione della tossicità di alcuni minerali e la protezione dall’inquinamento.
Secondo un nuovo studio, assumerla nella giusta quantità tutti i giorni può dare gli stessi benefici di una camminata quotidiana con notevoli benefici sul sistema cardiovascolare. In questo caso, però, gli scienziati hanno valutato i vantaggi legati all’assunzione di integratori di vitamina C presi quotidianamente.
ALTEA
Le principali proprietà dell'altea sono quelle emollienti e antinfiammatorie. Tali attività risultano particolarmente utili in caso di glossiti, gengiviti, faringiti, esofagiti, gastriti, coliti infiammatorie e spastiche.
La polvere della radice di altea può essere utilizzata come macerato a freddo, e anche come veicolo per oli essenziali.
Grazie alla ricca presenza di mucillagini, che tendono a formare sulla pelle un sottile strato filmogeno protettivo e idratante, per uso esterno l'altea è utile in presenza di pelli irritate, sensibili, secche, arrossate, disidratate, facili a screpolarsi, e contro piaghe e scottature.
L'altea è una pianta dotata di proprietà emollienti, idratanti e antinfiammatorie; per questo motivo, il suo utilizzo è stato approvato per il trattamento di irritazioni della mucosa orofaringea e della mucosa gastrica e bronchiale. Più precisamente, le suddette attività sono imputabili soprattutto alle mucillagini contenute nella pianta.
All'altea vengono ascritte anche proprietà sedative della tosse nei catarri bronchiali.
Inoltre, da studi condotti in vitro, è emerso che l'estratto di altea è dotato di proprietà antibatteriche nei confronti di diversi ceppi di batteri Gram-positivi. Mentre studi condotti su animali hanno dimostrato che l'applicazione di estratti di altea sulle ferite ne favorisce e ne accelera la guarigione.
Grazie all'attività antinfiammatoria, emolliente e sedativa della tosse di cui l'altea è dotata, l'utilizzo delle sue foglie per il trattamento di affezioni delle vie respiratorie, quali tossi e bronchiti, è stato approvato. Per il trattamento dei suddetti disturbi l'altea dev'essere assunta internamente.
Grazie all'azione svolta dalle mucillagini presenti all'interno della pianta, l'uso delle radici di altea ha ottenuto l'approvazione ufficiale per il trattamento delle irritazioni del cavo orofaringeo.
Le proprietà emollienti e antinfiammatorie ascritte alle mucillagini presenti nell'altea si esplicano anche a livello della mucosa gastrica. È proprio per questo motivo che l'utilizzo delle radici della pianta può costituire un valido aiuto nel dare sollievo dall'irritazione gastrica che si manifesta in caso di gastriti, esofagiti e coliti infiammatorie.
Nella medicina popolare, sia le foglie, sia le radici dell'altea trovano impiego come rimedio contro la diarrea, le ulcere e le punture di insetto.
L'altea viene sfruttata anche dalla medicina omeopatica, dove la si può facilmente trovare sotto forma di granuli, gocce orali e tintura madre. In quest'ambito la pianta viene utilizzata per il trattamento di mal di gola, tosse grassa, tosse secca e bronchiti.
Concludo questa lunga trattazione aggiungendo solo una breve lista di fonti scientifiche, non esaustive perché metterle tutte decuplicherebbe la lunghezza dello scritto, ricordando però che per una eventuale curiosità consiglio di digitare su Pubmed il nome della molecola o pianta che si vuole conoscere meglio seguito da “effects”.
Ad es. per cercare su Pubmed i lavori sulla NAC a oggi pubblicati è sufficiente scrivere “NAC effects”.
Grazie a tutti per la pazienza nella lettura!
dottor Diego Tomassone MD PhD
FONTI
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0924224411002408
https://link.springer.com/chapter/10.1007/978-94-017-0728-2_5
https://link.springer.com/chapter/10.1007%2F978-94-017-0728-2_6
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27477846
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25378931
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21621588
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26739257
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22146674
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27643933
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9169001
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26483953
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17486089
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25485090
https://www.hindawi.com/journals/omcl/2012/353152/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29254278
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25747486
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29763888
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29657720
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28435468
https://www.ingentaconnect.com/content/asp/jnn/2017/00000017/00000007/art00102
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5806448/
https://www.scirp.org/journal/PaperInformation.aspx?paperID=62945
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27777424
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28217294
https://link.springer.com/chapter/10.1007/978-94-017-9691-0_6#page-1
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25936365
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22720117
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22328284
https://medicalgasresearch.biomedcentral.com/articles/10.1186/2045-9912-2-17
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20815764
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21226992
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20040921
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19177183
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18753721
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17554332
https://lnkd.in/gdAJHhq
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27598129
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22146674
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19801663
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28122260
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19876915
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5075685/
https://lnkd.in/dWqAQkF
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22146082
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25800452
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22520831
https://link.springer.com/chapter/10.1007/0-306-46869-7_62
https://lnkd.in/gfxswuq
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33380582/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32699287/
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32189665/