Pyrros e il “fuoco purificatore”

Il nome di questo integratore (che ispira l’omonima Profilassi) deriva dal greco e significa “fiamma di color rosso”. E’ stato scelto appositamente per indicare e simboleggiare la pulizia che solo il fuoco può fare, nonché la fiamma di speranza di guarigione per tutti coloro che soffrono ingiustamente e spesso illogicamente per colpa di ricatti insensati e patologie artificiali inventate appositamente per creare danno e sofferenza.

Rifacendosi invece alla mitologia greca, “Pirro” epiteto di “Neottolemo”, fu l’eroe, figlio di Achille, che partecipò alla guerra di Troia (inutile ricordare quale “guerra” tutti noi siamo stati chiamati a combattere, non solo nel recente passato ma addirittura tuttora).

Il Pyrros unisce in sé le proprietà antinfiammatorie, diaforetiche e antisettiche di Sambuco, Sommacco e Salvia, per creare una azione sinergica e potenziata, utile sia in caso di forte infiammazione, acuta o cronica, sia in caso di febbre di qualsiasi natura.

Del Sommacco abbiamo già parlato nell’articolo relativo al Kyron e non ci torneremo, se non per ricordare le proprietà antiossidanti di questa spezia.

Parleremo invece più estesamente del Sambuco e della Salvia, illustrando le loro indiscutibili proprietà terapeutiche.

Il Sambuco (nome scientifico Sambucus Nigra L) è una pianta appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae che cresce un po’ ovunque e il cui nome deriva dalla parola greca “sambúkē”, che significa strumento musicale, perché nell’antichità dai rami cavi della pianta si ricavava una specie di flauto.

Il Sambuco contenuto nel Pyrros è sotto forma di gemma, così da mantenere intatte tutte le sue innumerevoli proprietà, che spaziano dalla protezione del sistema cardiovascolare, alle proprietà antinevralgiche, alla indiscutibile capacità di ridurre la sintomatologia influenzale o i raffreddamenti stagionali. Si rivela un ottimo ausilio anche per l’abbassamento della temperatura corporea durante gli episodi febbrili. Tutte queste sue caratteristiche hanno fatto sì che, nella tradizione popolare, il sambuco iniziasse a essere definito “aspirina naturale”, nome sicuramente azzeccato ma anche riduttivo, poiché esso svolge un’azione modulante e attivante sul sistema immunitario molto più armonica ed efficace della aspirina che tutti noi conosciamo. Infatti esplica non solo una azione antinfiammatoria ma anche antiossidante, come testimoniano ormai i molti studi scientifici (alcuni anche molto recenti, del 2022).

“Perché dovrebbe morire l’uomo nel cui giardino cresce la salvia?”

Così recitava la Scuola Medica Salernitana (la prima e più importante istituzione medica europea nel Medioevo) a testimonianza dell’alto valore curativo attribuito a tale pianta dalla medicina dell’epoca.

In realtà la fama della salvia risale a molto tempo prima, infatti la conoscevano anche gli Egizi, i Greci e i Romani: questi ultimi, ad esempio, la consideravano una pianta sacra e ricorrevano a un vero e proprio rituale per la sua raccolta, evitando di usare oggetti di ferro e indossando una tunica bianca, a piedi scalzi e lavati.

Dioscoride, medico greco che visse nell’antica Roma ai tempi di Nerone (I sec d.C.), riportava nel suo De materia medica l’utilizzo della salvia come decotto per fermare il sanguinamento delle ferite e per disinfettare ulcere e piaghe; come tisana, invece, per raucedine e tosse. Plinio Il Vecchio, suo contemporaneo, nel Naturalis Historia, riportava l’uso della salvia per migliorare la memoria e come decotto per gargarismi, insieme a rosmarino, caprifoglio, piantaggine e miele per trattare afte e mal di gola.

Nel Medioevo la salvia era considerata una panacea per tutti i mali e pare fosse utilizzata addirittura per preparare un infuso “miracoloso”, insieme a rosmarino, timo e lavanda (“aceto dei quattro ladri”), che si diceva proteggesse dalla peste. Inoltre la si riteneva un potente afrodisiaco maschile e si sosteneva che aumentasse la fertilità femminile: oggi effettivamente sappiamo che le sue foglie contengono fitoestrogeni, ragion per cui la pianta è stata studiata anche per contrastare i sintomi della menopausa.

Nella Medicina Tradizionale Cinese, come nella Medicina Ayurvedica, era considerata la pianta della longevità e ancora oggi viene utilizzata come rimedio per innumerevoli disturbi.

La Salvia è stata fortemente voluta nel Pyrros perché, forte della Tradizione e delle più recenti pubblicazioni scientifiche, ha una indubbia azione antinfiammatoria, antiossidante, antidolorifica e antimicrobica, nonché “purificatrice”.

Per tutto quanto scritto sopra, quindi, è chiaro che il “Pyrros“ sarà un utile e insostituibile alleato nella cura di tutte le malattie infiammatorie acute, a maggior ragione se accompagnate da febbre e se riguardanti le vie respiratorie, come sarà un supporto indispensabile, grazie alla potente azione della “fiamma purificatrice”, nel contrastare i disturbi legati a “insulti artificiali” del sistema immunitario, come ampiamente illustrato nella profilassi omonima.

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